Sulle rive del lago di Como

Sulle rive dl lago di Como

Il Lago di Como è conosciuto in tutto il mondo per le sue bellezze paesaggistiche, ma anche per le tante ville storiche che lo impreziosiscono. Poeti, letterati, musicisti e famiglie nobili amavano infatti soggiornare su questo lago grazie anche al favorevole clima mite e all’insuperabile bellezza delle sue località rivierasche, incastonate nelle Prealpi Orobie. Le sontuose dimore che si specchiano nelle acque del lago di Como, ci accolgono con spettacolari giardini, oggi per lo più visitabili. Per una visione d’insieme, la scelta ottimale è la navigazione a bordo dei frequenti battelli della Navigazione Laghi, oppure con un motoscafo o una barca a vela in  modo da poterle ammirare dal lago, potendo così scegliere quelle da visitare: alcune di queste ville sono private, ma altre sono diventate case-museo e quindi accessibili a pubblico.

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Iniziamo la nostra visita da Varenna, punto di partenza più comodo sia per il noleggio di imbarcazioni, sia per prendere il battello di linea.

Villa Monastero

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Già dal nome di Villa Monastero, se ne può intuire parte della storia. Nel sito dove oggi sorge la monumentale villa ottocentesca, un tempo si trovava un monastero, attivo dal XII al XVI secolo. Acquistata dapprima dalla famiglia Mornico, nel periodo tra la seconda metà del XIX secolo e gli inizi del XX, la dimora cambiò diversi proprietari sino a passare per le mani dello Stato e poi del naturalista De Marchi. Oggi è proprietà della Provincia di Lecco e si offre ai suoi visitatori come una elegante Casa Museo dove è possibile ammirare 14 stanze arredate ed un meraviglioso giardino botanico.

Villa La Gaeta

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Villa Gaeta deve il suo nome alla punta del promontorio sul quale è stata costruita.
Fu acquistato da Solone Ambrosoli nel 1851. La costruzione fu completata dagli eredi di Ambrosoli nel 1921. Nel 1940 la villa fu acquistata dai conti di Gerli.
In seguito alla recente ristrutturazione nel 2011, la villa è stata suddivisa in diversi appartamenti ad uso privato.
Nel 2006, la Villa è stata utilizzata come location per alcune scene del film Casino Royal

Villa Carlotta

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Questo palazzo neoclassico fu eretto alla fine del XVII secolo dal marchese Giorgio Clerici che ne fece la sua residenza estiva. Ha poi visto vari proprietari, tra cui la principessa Marianne dei Paesi Bassi, che lo regalò a sua figlia, la principessa Charlotte di Prussia, come dono di nozze nel 1850. Villa Carlotta ospita oggi un museo d’arte con capolavori di Canova e Thorvaldsen e “L’ultimo bacio dato a Giulietta da Romeo” del pittore Francesco Hayez .
Il suo parco è famoso per l’incredibile fioritura primaverile di rododendri e azalee; antichi esempi di camelie, cedri, sequoie e piante esotiche disegnano molti ambienti diversi, creati nel corso dei secoli da famosi architetti paesaggisti.

Villa Balbianello

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Villa del Balbianello  si affaccia su un promontorio, quasi una piccola penisola, ed è una delle più famose ville del lago. Vi pare di riconoscerla? Certo, è perché è stata scelta per girarvi diversi film, tra cui Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni di George Lucas (2002) e Casino Royale, lo 007  uscito nel 2006.
La villa, su cinque livelli, fu costruita nel 1787, su un preesistente convento francescano del tredicesimo secolo, dal ricco cardinale Durini  e frequentata successivamente dai più grandi intellettuali del risorgimento italiano. La “loggia” costruita nella parte superiore, offre una bellissima vista panoramica delle Alpi e del lago. Nell’elegante giardino terrazzato  si snodano viali che alternano statue a glicini e a grandi platani potati “a candelabro”. Salendo si trovano grandi tappeti verdi delimitati da siepi di bosso e lauro e nel parco esemplari di lecci, canfore, magnolie e cipressi, oltre a cespugli di azalee e rododendri. Alla fine del 1970, la villa fu acquistata dal conte Guido Monzino, colto collezionista e appassionato esploratore che ha portato qui le sue preziose collezioni d’arte, tra cui le incisioni del Lago di Como dei secoli XVIII e XIX, i suoi ricordi di viaggio  e una biblioteca di quattromila libri dedicati alle sue spedizioni (fu il primo italiano a conquistare l’Everest nel 1973). Monzino, che morì senza eredi nel 1988, lasciò la villa al Fondo Ambiente Italiano, da allora proprietario dell’edificio che lo mantiene nelle condizioni in cui la lasciò l’esploratore lombardo.

Villa Cassinella – Mantegazza

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Un luogo di straordinaria bellezza, tranquillità ed eleganza, Villa Cassinella è una proprietà privata e isolata sulla sponda occidentale del lago di Como. Immersa in ampi giardini perfettamente curati, la tenuta si compone della superba villa principale, di una casa a schiera con cinema e palestra e dell’incantevole Terrazza.

Villa Oleandra

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Ed eccoci arrivati alla villa di George Clooney: Villa Oleandra. E’ un palazzo del 18 ° secolo già presente nelle mappe di Laglio dal 1720. Nel 1834, i proprietari dell’epoca, la famiglia Stoppani, fecero una prima unificazione dell’edificio con il terreno circostante, Nel 1877 l’edificio passò alla famiglia Vitali. Nel frattempo, l’intero complesso era già stato trasformato in una villa, come dimostrato da una riproduzione del 1848. Nel XX secolo, Villa Oleandra fu venduta ad un proprietario di origine americana, la famiglia del miliardario John Heinz e poi a George Clooney.

Villa d’Este

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Villa d’Este è considerata una delle più belle opere di arte architettonica del XVI secolo. Progettato da Pellegrino Pellegrini, famoso architetto dell’epoca, la villa è immersa in un parco con piante secolari dove è possibile ammirare il Ninfeo di Pellegrino Pellegrini, la Fontana dell’Ercole e il Tempietto di Telemaco. Nelle sue sale si possono ammirare affascinanti opere d’arte, alcune delle quali provengono dalla scuola francese, altre dalla scuola di Canova e decorazioni di Andrea Appiani.
Villa d’Este ha ospitato il meglio dell’aristocrazia europea degli ultimi centocinquanta anni, seguiti poi dalle più grandi stelle di Hollywood.

Villa Olmo

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La famiglia Odescalchi, una delle più antiche famiglie nobili di Como, ordinò la costruzione dell’edificio al famoso architetto Simone Cantoni intorno al 1782. Voleva una sontuosa residenza che desse prestigio alla famiglia.
Il gigantesco albero che ha dato il nome alla villa non esiste più, ma il giardino all’italiana nella parte anteriore e il parco inglese nella parte posteriore sono ricchi di alberi secolari.
Nel 1925 fu venduta al comune di Como; da allora Villa Olmo è diventata un punto di incontro per le attività culturali locali.

Villa Roccabruna – Casta Diva

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Nel XIX secolo, Villa Roccabruna era conosciuta come “Casino Ribier” dal nome della sua proprietaria, la signora Ribier, un’eccentrica sarta parigina che, a Milano sotto il dominio francese, fece una fortuna vestendo le signore dell’alta società (come Josephine Beauharnais). Secondo una leggenda, era molto libertina..
L’edificio fu poi completamente ricostruito, tra il 1906 e il 1910, su progetto dell’architetto milanese Carlo Formenti che ha ristrutturato l’antica villa, ribattezzandola Villa Roccabruna

Villa Melzi

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Questo complesso architettonico fu fatto costruire tra il 1808 e il 1810 da Francesco Melzi d’Eril Duca di Lodi. Affidò il compito all’architetto e decoratore Giocondo Albertolli, al quale chiese una villa sobria ed elegante, le cui linee e volumi semplici mettessero  ancor più in evidenza il meraviglioso paesaggio circostante. All’interno, la villa, la cappella e l’orangerie, ora trasformati in un museo storico, sono una splendida espressione di stile neoclassico e sono stati dichiarati monumento nazionale.
I giardini di Villa Melzi si estendono lungo le rive del lago.

Se vi ho incuriositi, scegliete il vostro itinerario, ricordando che il momento migliore dell’anno per visitare i giardini, è la primavera (aprile – maggio) durante la fioritura delle azalee, dei rododendri e delle rose)

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Adattato da Eccolecco, TouringClub

Giuliano de’ Medici

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Giuliano de’ Medici (Accademia Carrara – Bergamo)

 

Questo articolo pubblicato su “Finestre dell’arte” descrive in modo esaustivo la figura di Giuliano de’ Medici, ritratto magistralmente da Sandro Botticelli dopo la prematura morte in seguito alla “Congiura dei Pazzi”.

E così, prima della consueta visita all’Accademia Carrara a Bergamo durante il corso di italiano, utilizziamo questa lettura per un duplice motivo: 

  • analizzare e/o ripassare una serie di aggettivi particolari
  • comprendere la storia che sta dietro al dipinto

Iniziamo:

“Era alto di statura, aveva un corpo ben proporzionato, i pettorali ampi e sporgenti, le braccia muscolose e ben tornite, le articolazioni resistenti, il ventre piatto, le cosce robuste, le gambe decisamente forti, gli occhi espressivi, il volto energico, scuro di pelle, una chioma fluente con i capelli neri e tirati all’indietro sulla nuca. Era abile nel cavalcare e nel lancio del giavellotto, eccellente nel salto e in palestra, ed era solito dedicarsi con passione alla caccia. Era magnanimo e costante, religioso e di buoni costumi, si interessava moltissimo alla pittura, alla musica e a tutte le cose belle. Inoltre aveva un ingegno portato per la poesia: scrisse alcune poesie in volgare, piene di pensieri seri e importanti, e leggeva volentieri poesie d’amore […]. Non si preoccupava molto della cura del suo corpo, ma era davvero elegante e distinto. Era molto gentile e pieno d’umanità, aveva grande rispetto per il fratello, oltre a forza e virtù. Queste e altre qualità lo rendevano caro al popolo e ai suoi”. Con queste parole, uno dei più grandi poeti del Quattrocento, il Poliziano (Agnolo Ambrogini, Montepulciano, 1454 – Firenze, 1494), descriveva nel suo Coniurationis commentarium, il memoriale in latino redatto dopo la Congiura dei Pazzi, l’aspetto fisico, l’indole e le qualità di Giuliano de’ Medici (Firenze, 1453 – 1478): a ben vedere, la descrizione che l’umanista ci fornisce non è così distante da quella che Sandro Botticelli restituì con colori e pennelli in una tavola oggi conservata all’Accademia Carrara di Bergamo.

Per leggere l’articolo completo: https://www.finestresullarte.info/975n_congiura-dei-pazzi-la-storia-attraverso-l-arte.php

Giuliano de’ Medici (Accademia Carrara – Bergamo)

 

This article published in “Finestre dell’arte” describes in a comprehensive way the figure of Giuliano de ‘Medici, masterfully portrayed by Sandro Botticelli after his premature death following the “Conspiracy of the Pazzi”.

And so, before our usual visit to the Accademia Carrara in Bergamo during the Italian Course, we use this reading for a twofold reason:

  • analyze and / or review a series of particular adjectives
  • understand the story behind the painting

Let’s begin:

“He was tall, had a well-proportioned body, wide, protruding pectorals, muscular, well-turned arms, sturdy joints, flat stomach, strong thighs, very strong legs, expressive eyes, an energetic, dark face and flowing black hair pulled back on the nape. He was adept at riding and throwing the javelin, excellent in jumping and in the gym, and he used to devote himself to hunting. He was magnanimous and constant, religious and of good morals; he was very interested in painting, music and all beautiful things. He also had a talent for poetry: he wrote poems full of serious and important thoughts, and read gladly love poems […]. He did not care much about taking care of his body, but he was really elegant and distinguished. He was very kind and full of humanity; he had great respect for his brother. These and other qualities made him dear to the people”.

With these words, one of the greatest poets of the fifteenth century, Poliziano (Agnolo Ambrogini, 1454 – 1494, described in his Coniurationis commentarium, the memorial in Latin written after the Pazzi Conjure, the physical aspect, the character and qualities of Giuliano de ‘Medici (1453 – 1478): on closer inspection, the description given by the humanist is not so distant from what Sandro Botticelli painted with colours and brushes on a table now on show at the Accademia Carrara in Bergamo.

To read the full article:   https://www.finestresullarte.info/975n_congiura-dei-pazzi-la-storia-attraverso-l-arte.php

Varenna – Lago di Como

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Un antico borgo di pescatori sulle rive orientali del lago di Como

Il borgo, con le sue coloratissime case, è arroccato al monte dominato dalle rovine del  castello di Vezio. Dall’imbarcadero costeggiando il lago a destra si percorre la panoramica “Passeggiata degli Innamorati” che porta al centro del paese.

An ancient fishing village on the eastern shores of Lake Como

The peaceful town with its colourful houses is graciously woven into the mountain landscape dominated by the ruins of the Castello di Vezio. From the boat dock to the right a romantic walk way called “Lover’s Lane” leads to the centre.

 

Varenna vanta ville grandiose delle quali è possibile visitare i giardini con suggestivi cipressi e rare essenze mediterranee come Villa Monastero e Villa Cipressi.

The town hosts beautiful villas with manicured gardens like Villa Monastero and Villa Cipressi.

 

(Villa Monastero)                                   (Villa Cipressi)

Villa Monastero si è sviluppata sull’antico monastero cistercense femminile di S. Maria, fondato probabilmente prima del 1200, dopo che l’Isola Comacina fu distrutta dai Comaschi. Nel 1567 il convento fu soppresso e  nel 1645 venne trasformato in una villa di grande pregio e signorilità.

Nel 2003 la villa è divenuta sede museale. Il parco che costeggia il lago è lungo più di un chilometro: fioritissime aiuole disposte lungo i vialetti che degradano verso il lago, gli alti cipressi, le fiorenti palme e le altre piante esotiche, danno vita ad uno spettacolare paesaggio che vede la villa al centro di un leggiadro giardino con statue e bassorilievi.

 

Villa Monastero, as the name indicates,  was a Cistercian convent dedicated to St. Mary Magdalen. It was probably founded before 1200, after the destruction of the Island Comacina, by the Comaschi during the war between Milan and Como. In 1567, the convent was dissolved and in 1645 was completely changed into a splendid abode.

In 2003 the villa became a museum. The villa stands in a magnificent park where citrus, cypresses, pine trees and agaves grow and stretch over more than a kilometre. Statues and bas-reliefs can be admired along the paths among the numerous Mediterranean and tropical plants.

 

Meritevoli sono anche i giardini di Villa Cipressi che si trovano vicino alla Villa Monastero.

Close to Villa Monastero stands the Villa Cipressi built with splendid botanical gardens.

san Giorgio                                 (San Giorgio)

Proseguendo la visita, arriviamo nella piazza principale, dove possiamo ammirare la Chiesa  di San Giorgio e poco oltre Chiesa di San Giovanni Battista.

Continuing our visit, we arrive in the main square, where we can admire the Church of San Giorgio and just beyond the Church of  San Giovanni Battista. 

La Chiesa di S. Giorgio, consacrata nel 1313, rappresenta un perfetto esempio di architettura lombarda del XIV secolo. Strutturata su tre navate, presenta sulla facciata un rosone e un affresco raffigurante S. Cristoforo. Di notevole bellezza sono gli affreschi interni.

The Church of S. Giorgio, consecrated in 1313, is a perfect example of Lombard architecture of the fourteenth century. Structured on three naves, it has on its façade a rose window and a fresco representing St. Christopher. Of particular beauty are the frescoes inside.

 

San Giovanni Battista è una delle più antiche Chiese del Lario ed è la Chiesa madre di Varenna. Risalente all’XI° secolo, conserva al suo interno successivi affreschi del XVI secolo. Il campanile romanico è costruito verso lago, come era consuetudine anticamente.

St. John the Baptist is one of the oldest churches of the Lake and is the mother church of Varenna. Dating back to the 11th century, it houses 16th century frescoes. The Romanesque bell tower is built towards the lake, as was customary in ancient times.

 

Si gode una bellissima vista dal Castello di Vezio, raggiungibile, salendo a piedi dall’imbarcadero in ca. 30 minuti. Il castello, risalente al 1300, ospita un centro di falconeria.  Da Vezio, un piccolo agglomerato di case costruite maggior parte in sasso, si può seguire il sentiero del Viandante, antica via di comunicazione, che in ca. 1.30 ora conduce a Bellano.

You can enjoy a beautiful view from the Vezio Castle, reachable on foot (uphill) from the ferry dock in approx. 30 minutes. The castle, dating back to 1300, houses a falconry center. From Vezio, a small group of houses built mostly in stone, you can follow the trail of the Wayfarer, an ancient way of communication, which in ca. 1.30 hour leads to Bellano.

https://www.youtube.com/watch?time_continue=220&v=d__TTK08_eE

 

Dopo tanto girovagare, una pausa “gustosa” è d’obbligo per poter assaggiare i tanti piatti locali come i missoltini in carpione, il risotto e filetto di pesce persico, la polenta, il lavarello, gli agoni, i formaggi e i dolci.

 

After so much wandering around, a “tasty” break is a must to savour the many local dishes such as missoltini in carpione, risotto and fillet of perch, lavarello, agoni, the different cheese and desserts.

 

Se poi voleste portare a casa qualche ricordo di questo bellissimo borgo, consiglio l’olio extravergine DOP, un olio di altissima qualità che ha ricevuto molti riconoscimenti, fra cui le “tre foglie” del Gamberi Rosso oppure il miele biologico, premiato al Concorso Nazionale Grandi Mieli di Italia.

If you would like to bring home some memories of this beautiful village, I recommend the extra virgin olive oil DOP, an oil of high quality that has received many awards, including the “three leaves” of the Gambero Rosso or the organic honey, awarded at the National Competition Great Honey of Italy.

A questo punto, non mi resta che augurarvi una buona visita!!

At this point, I can only wish you to enjoy your visit!!

 

Tratto da / adapted from: Visit Lake Como, Como e il suo lago, Vista lago

 

Casinò e Terme di San Pellegrino

casinò

TERME E STILE LIBERTY

San Pellegrino, detta anche la “perla della Val Brembana”, sboccia a cavallo tra l’Ottocento e i primi anni del Novecento recependo appieno i dettami della Belle Époque, ovvero un ottimismo diffuso e una rinnovata voglia di divertimento e leggerezza, come testimoniano i suoi palazzi Liberty.

THERMAL BATHS AND ART NOUVEAU STYLE

San Pellegrino, “the gem of the Brembana Valley”, thrived between the XIX and the XX Century, utterly absorbing the characteristics of the Belle Époque: a widespread optimism and a new desire for lightness and fun, as shown by its Art Nouveau palaces.

 

Le Terme, costruite nel 1840, trasformano un piccolo paese della valle in un rinomato centro di villeggiatura per la ricca borghesia internazionale. L’impianto viene ulteriormente ampliato verso fine Ottocento, con edifici costruiti in stile Liberty, il movimento artistico che predilige le linee curve e arabescate. Nell’arco di pochi anni questo movimento conquista San Pellegrino popolandola di alcuni fra i più eclettici esempi al mondo di stile Liberty, tra cui il maestoso Casinò municipale, il Grand Hotel e la fabbrica per l’imbottigliamento dell’acqua.

The Thermal Baths were built in 1840 and turned a small village of the valley into an outstanding holiday resort for the wealthy international middle class. The health spa was enlarged at the end of the XIX Century with some buildings in Art Nouveau style, called “Liberty”, the artistic trend featuring curve lines and arabesques. In just a few years, this art movement captivated the whole village of San Pellegrino, enriching it with some of the finest examples of Liberty style, including the majestic Casino, the Grand Hotel and the water bottling factory.

Risale al 1904 il complesso del Casinò, con uno scenografico ingresso, un monumentale scalone e bellissimi ambienti, tra cui il Salone delle Feste.

The Casino complex dates back to 1904, and has a spectacular entrance, a monumental staircase and very beautiful rooms, including a ballroom

Le Terme immerse nel verde, avevano sale e porticati riccamente decorati con marmi, mosaici e splendide vetrate, cui si accompagnavano attrezzature sanitarie e servizi all’avanguardia. Oggi, puoi tuffarti nel passato e rivivere gli stessi fasti di inizio Novecento passando del tempo nel Nuovo Centro Termale, di recente restaurato, ampliato e implementato.

The Spa building, surrounded by gardens, had rooms and porticos in which the abundance of marble, mosaics and splendid windows was accompanied by state-of-the-art spa facilities and services. Today you can go back in time and live the very same splendour of the early XX Century, enjoying the recently restored, enlarged and implemented Wellness Centre,

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Più in basso, allineato lungo il fiume Brembo, si affaccia con una fronte di ben 128 metri, il colossale Grand Hotel, costruito nel 1905. Allo stile liberty si associava il gusto e il piacere di vivere di una società cosmopolita.

The colossal Grand Hotel, built in 1905 and with a façade of some 128 metres, overlooks the River Brembo. The art nouveau style was associated with the taste and joy of living of a cosmopolitan society.

Adattato da/Adapted from “VisitBergamo”

 

 

PALAZZO VERTEMATE FRANCHI

palazzo

UNA DELLE PIÙ PRESTIGIOSE ED AFFASCINANTI DIMORE CINQUECENTESCHE LOMBARDE

Tutti conosciamo la straordinaria bellezza delle rinomate città italiane come Venezia, Roma, Firenze; tuttavia, girovagando per l’Italia, capita molto spesso di rimanere incantati da tesori inaspettati e nascosti in piccoli borghi, lungo fiumi e laghi o all’interno di impervie vallate: è questo il caso del Palazzo Vertemate Franchi, situato in località Prosto di Piuro a soli due chilometri da Chiavenna, all’estremo nord della Lombardia.

Eretto nella seconda metà del XVI secolo dai fratelli Guglielmo e Luigi Vertemate Franchi, esponenti di una delle famiglie più ricche che a Piuro avevano fiorenti attività commerciali, il palazzo è un bellissimo capolavoro rinascimentale immerso in un ambiente incantevole che permette di leggere la realtà di una famiglia nobile del Cinque-Seicento. Ci si potrebbe chiedere per quale motivo in un paesino così lontano dalle città,  potesse esistere un palazzo i cui ambienti erano di una tale ricchezza da non avere nulla da invidiare ai più noti palazzi cittadini. Ebbene, la spiegazione è semplice: la Valchiavenna, sin dal X° secolo, era la via più comoda di transito per le merci dall’Italia verso l’Europa., nonché un rinomato centro per la produzione della seta. La famiglia Vertemate Franchi si era notevolmente arricchita con i traffici commerciali durante il periodo più prospero della Valchiavenna, per cui non badò a spese quando costruì questa residenza estiva nel XVI secolo. L’importanza della loro attività è ricordata anche mediante l’incisione, nel legno dello studiolo, del motto Industria auget Imperium’, ovvero il commercio accresce il potere.

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La facciata della residenza è sobria ed essenziale, circondata da spazi ariosi e funzionali, quali il giardino all’italiana con la peschiera e la balaustra a doppia esedra. Vi sono poi il frutteto, il vigneto, il castagneto e una serie di edifici rustici essenziali per la conduzione delle attività agricole che si svolgevano nella tenuta.

 

All’interno, le pareti e i soffitti a volta sono riccamente affrescati e vi sono rappresentate grandi scene e figure mitologiche in particolare ispirate alle metamorfosi di Ovidio.

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Visitando le singole sale si coglie il sapore di un tempo perduto.

 

Stüe e soffitti intarsiati sono sicuramente le meraviglie del palazzo.

 

La villa è aperta da marzo a novembre, quindi potremo visitarla durante la settimana  di corso d’italiano sul Lago di Como. Sarà anche un’ottima occasione per gustare i piatti tipici della zona (i pizzoccheri, gli sciatt, la bresaola e il formaggio Bitto) nonché l’ottimo vino prodotto in questa zona (Sfurzat, Inferno, Sassella, e non ultimo il Vertemate, vino passito)

 

Buona visita!!

RAFFAELLO e l’eco del mito

Raphael and the echo of the legend

Da:   “The Key to Bergamo Tourist Magazine”

Raffaello è il protagonista del nuovo progetto di Fondazione Accademia Carrara di Bergamo, in collaborazione con GAMEC – Galleria d’arte Moderna e Contemporanea. L’esposizione parte dal dipinto del “San Sebastiano“conservato in Carrara e approfondisce le opere e il mito cresciuto attorno al genio di Urbino in particolare nell’ottocento e che ha saputo affascinare, in forme differenti, artisti dalle Avanguardie d’inizio Novecento fino a oggi. È innegabile infatti che, come diceva Fëdor Dostoevskij, “Dalle sue mani sono uscite cose divine”. La mostra – a cura di Maria Cristina Rodeschini, Emanuela Daffra e Giacinto Di Pietrantonio – si può visitare dal 27 gennaio fino al 6 maggio 2018 e consente di ammirare oltre 60 opere, tra cui i più significativi dipinti di Raffaello giovane, che esprimono bene la sua formazione, accompagnando il visitatore fino agli anni della sua maturità. Dipinti, sculture e testimonianze raccontano inoltre i mondi e i maestri con cui venne in contatto l’artista, dalla Urbino del padre Giovanni Santi, a Perugino e Pintoricchio, esaltandone la sapiente capacità innovativa. Questa la dote che, insieme alla grande maestria tecnica e alla misurata naturalezza, fa di Raffaello un punto di riferimento o, a volte, un motivo di polemica, come dimostrano alcune opere in mostra di Pablo Picasso, Giorgio de Chirico, Giulio Paolini o Francesco Vezzoli. L’esposizione di Bergamo, la prima nel solco delle celebrazioni del 2020 per il quinto centenario della morte, raccoglie prestiti straordinari provenienti dalle più importanti istituzioni museali italiane e internazionali, dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze all’Hermitage di San Pietroburgo, dalla Pinacoteca di Brera alla Galleria Nazionale di Roma, dalle Gallerie dell’accademia di Venezia al Metropolitan Museum di New York, dalla National Gallery di Londra al Bode Museum di Berlino e al Pushkin di Mosca. Il percorso tra le opere risulta davvero affascinante anche grazie a un allestimento che non solo valorizza tutta la mostra ma accompagna il visitatore in un museo altrettanto prestigioso.

                                                                                                                                                              English

Raphael (Raffaello Sanzio da Urbino) is the protagonist of the new project of the Fondazione Accademia Carrara (Carrara Academy Foundation) of Bergamo, in collaboration with GAMEC – Galley of Modern and Contemporary Art. The exhibition begins with the painting of “San Sebastiano“(St. Sebastian), kept in the Carrara, and analyses the works and legend that grew around the genius from Urbino, particularly in the nineteenth century, and which has fascinated, in different ways, the Avantgarde artists of the early twentieth century up to the present day. It is undeniable that, as Fyodor Dostoevsky said, “divine things come from his hands”. The exhibition – curated by Maria Cristina Rodeschini, Emanuela Daffra and Giacinto Di Pietrantonio – is being held from 27th January to 6th May 2018 and features over 60 works, including some of young Raphael’s most important paintings that best express his progress, accompanying the visitor to the years of his maturity. Paintings, sculptures and documents illustrate the worlds and masters that came into contact with the artist, from his father Giovanni Santi to Perugino and Pinturicchio, and who enhanced his clever innovative ability. This talent, together with significant technical skill and restrained naturalness, makes Raphael a point of reference for other artists or, at times, a reason for controversy, as some of the works by Pablo Picasso, Giorgio de Chirico, Giulio Paolini and Francesco Vezzoli demonstrate. The exhibition in Bergamo, the first in an array of celebrations in 2020 marking the fifth centenary of his death, brings together extraordinary works on loan from some of the most important Italian and international museum institutions, including the Uffizi Galleries in Florence, the Hermitage in St. Petersburg, the Pinacoteca di Brera (Brera Art Gallery), the National Gallery of Rome, the Gallerie delle Accademia (Academy Galleries) of Venice, the Metropolitan Museum of New York, National Gallery of London, Bode Museum of Berlin and the Pushkin of Moscow. The tour among the works is extremely interesting due to the organised arrangement of the works that not only make the most of the entire exhibition but accompany the visitor through the equally prestigious museum. 

 

Thanks to “The Key to Bergamo Tourist Magazine”

 

CIAO

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CIAO: Che origine ha il saluto più usato al mondo?

Non esiste italiano che non pronunci la parola ciao almeno una volta al giorno. Ciao è anche una delle poche parole del nostro vocabolario conosciute all’estero.

E’ una forma di saluto amichevole e informale usata nella lingua italiana sia all’incontro che alla separazione verso persone a cui diamo del “tu”, mentre in situazioni più formali si useranno forme meno dirette come “buongiorno”, “arrivederci”, “salve”, etc…

In origine questo saluto era tutt’altro che confidenziale, esprimeva totale sottomissione e rispetto!

La parola Ciao viene infatti dal dialetto veneto, precisamente da s-ciavo. S-ciavo (successivamente contrattosi in s-ciao e poi in ciao) significa ‘schiavo’, ed era usato dai servi nell’atto di rivolgersi verso i loro padroni nella Venezia del ‘700. Il significato del saluto, com’è facile intuire, equivaleva a: ‘servo tuo’, ‘ai vostri ordini’.

L’espressione «schiavo vostro» o «servo vostro», comune secoli fa, si ritrova, tra l’altro, nelle commedie di Goldoni (1707-1793). 

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Ma l’amore, ironia della sorte, fece sì che il termine schiavo passasse poi a chi metteva il suo cuore al servizio di una donna, al cavalier servente, al cicisbeo, all’innamorato, tanto che a Venezia, i più appassionati amanti si dicevano “schiavi” della dama e poiché lo dicevano in veneziano stretto, ecco che l’espressione era “”s’ciavo“, cioè “schiavo” (sottinteso: vostro)! All’epoca della Repubblica di Venezia diventò usanza salutare in questo modo, senza distinzione di classe sociale.

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A partire dall’Ottocento si diffuse come saluto informale dapprima in Lombardia, dove venne alterato assumendo la forma “ciao” e fu proprio la forma lombardizzata “ciao” a fare fortuna e nel secolo successivo diffondendosi in tutta la Penisola.

Il termine originale s-ciào esiste ancora in veneziano e nei dialetti veneti, usato come esclamazione o per esprimere rassegnazione e nel dialetto bergamasco, bresciano e ticinese (Svizzera italiana) per esprimere sollievo per uno scampato guaio.

La parola Ciao si è diffusa nel mondo a seguito delle migrazioni degli italiani, è una delle parole della lingua italiana più conosciute al mondo ed è entrata come saluto informale anche nel lessico tedesco, francese (tschao), ungherese (csáo), lo spagnolo (chao), portoghese (tchau), albanese (çao/qao), bosniaco  (ćao), bulgaro, macedone, russo (чао  / čao), ceco, lettone (čau), esperanto, slovacco, sloveno (ĉaŭ), estone (tšau), lituano (čiau), maltese (ċaw), rumeno (ciau), serbo, croato ( ћао,  ćao ), turco (çav), vietnamita chào.

 

Adattato da Wikipedia, Focus, Una parola al giorno

SIRMIONE (Lago di Garda)

A Sirmione, punta di diamante del Lago di Garda, è piacevole in questo periodo concedersi un rilassante break, anticipando la primavera.

sirmione

Il lago di Garda, con il suo clima mite, le palme e gli oleandri, gli olivi e le viti, è quasi un mare incastonato fra le Alpi e la pianura padana, tra Trentino, Veneto e Lombardia. Un mare che – alle suggestioni mediterranee – unisce il fascino dei monti e di una natura intatta. Nelle sue acque si specchiano infatti rocce e dirupi: la dorsale del monte Baldo nella parte orientale, le cime prealpine di Tremalzo e Pizzocolo in quella occidentale, i rilievi trentini – con le Dolomiti del Brenta sullo sfondo – a Nord, mentre a Sud l’asprezza dei monti degrada nella dolcezza di uno splendido anfiteatro di colline, da cui si distacca l’incantevole penisola di Sirmione e in cui si ritaglia l’ampia baia di Desenzano.

sirmione

Sirmione, famosa fin dall’antichità per le sue acque termali, è sicuramente uno dei luoghi più suggestivi e conosciuti del Garda: nel cuore del lago, si trova su una sottile penisola, che si protende nelle acque per circa 4 chilometri. Incantevole il suo centro storico rigorosamente vietato alle automobili (uniche deroghe per chi alloggia negli hotel della zona), suggestivo dedalo di vicoli e piazzette, delimitate da antichi edifici: vi si accede attraversando il ponte levatoio della Rocca Scaligera, capolavoro di architettura militare duecentesca, costruita da Mastino I della Scala, signore di Verona, come presidio e approdo per la sua flotta. Circondato delle acque, con possenti mura di cinta, il castello ospita oggi l’interessante Lapidario romano e medievale: val la pena di arrampicarsi sul suo mastio, da cui si gode un eccezionale panorama sul lago.

Proseguendo oltre, da non perdere una visita alla parrocchiale quattrocentesca di Santa Maria Maggiore e a San Pietro in Mavino dell’VIII secolo, la chiesa più antica del paese, con pregevoli affreschi medievali.

All’estremità della penisola si trovano le Grotte di Catullo, una delle più suggestive aree archeologiche italiane: fra ulivi e oleandri, spiccano i resti di un imponente complesso residenziale, costruito nella prima età imperiale, fra la fine del I sec a.C. e l’inizio del I sec.d.C. Con i suoi 2 ettari di estensione, è l’esempio più grandioso di villa romana finora riportata alla luce nel Nord Italia. Dal Rinascimento, queste strutture sono state chiamate Grotte a indicare i vani crollati, coperti dalla vegetazione, entro i quali si poteva entrare come in cavità naturali. Il riferimento a Catullo deriva dai versi del poeta latino di origine veronese, morto nel 54 a.C., che cantò Sirmione “gioiello tra tutte le isole e penisole dei mari e dei laghi”.

Acque salutari e Terme – Le acque di Sirmione, note fin dall’antichità per le loro proprietà terapeutiche, sono sfruttate da oltre un secolo negli stabilimenti termali. Le prime Terme furono inaugurate nel 1900. Oggi il complesso termale conta due stabilimenti (il Catullo, nel centro storico e il Virgilio, ai piedi della penisola), il Centro Benessere Termale Aquaria, oltre ad alberghi con reparti termali interni.

Testo adattato da “TGCOM24”

Grazie – Prego

grazie

 

“Grazie” è la parola più usata  e comune in italiano per ringraziare  e corrisponde all’inglese “Thank you”.

Tuttavia, è  bene conoscere in quanti altri modi possiamo esprimere la nostra gratitudine in Italiano.

grazie mille / mille grazie thanks a lot
grazie infinite thank you very much (polite)
tante grazie many thanks
grazie di cuore thank you so much / sincerely
grazie di tutto thanks for everything
ti ringrazio I thank you (singular informal)
La ringrazio I thank you (singular formal)
vi ringrazio I thank you (plural)
grazie tante (in senso ironico) many thanks (ironc)

prego

A “grazie” si risponde generalmente con “Prego”, ma ci sono anche altri modi:

prego you’re welcome
di niente / di nulla (it was) nothing
non c’è di che there’s no need to thank me
figurati think nothing of it
Si figuri think nothing of it (formal)
ma di che but what for
non dirlo neanche don’t even mention it
ci mancherebbe altro think nothing of it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PAVIA

Quale stagione migliore per visitare Pavia, se non l’autunno? Le bellezze di questa antica città, attraversata dal fiume Ticino, vi incanteranno!

ponte-coperto

La città di Pavia fu fondata dai Romani  a cui si deve la pianta della città, rimasta intatta fino ad oggi. Saccheggiata più volte dai barbari, venne conquistata dai Longobardi nel 572 che ne fecero la capitale del loro regno, con il nome di Papia, da cui il nome moderno. Già in epoca romana, nell’antica città, denominata Ticinum, era presente un primo ponte che collegava le due rive del fiume all’altezza del moderno Ponte Coperto, suggestivo simbolo della città. Nel 1351 fu costruito, sui ruderi del ponte romano, un nuovo ponte che era coperto e dotato di dieci arcate irregolari e di due torri alle estremità, che servivano per la difesa.

L’aspetto di questo ponte, anche se con sole sei arcate, è visibile negli affreschi di Bernardino Lanzani (1524 circa) all’interno della chiesa di San Teodoro.

affresco

Pavia si caratterizza come città dalla grande tradizione artistica. Per le sue vie possiamo infatti ritrovare monumenti di importanza e valore a livello nazionale e internazionale. La storia si respira a ogni angolo di strada, e i suoi monumenti ne sono testimonianza.

Tra gli edifici religiosi, il Duomo, con impianto a croce greca, ha una cupola ottagonale, terza per altezza in Italia, e conserva le spoglie di San Siro, patrono e primo vescovo di Pavia; la basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, di fondazione longobarda ma ricostruita dopo il Mille, ospita le reliquie di Sant’Agostino; la basilica di San Teodoro ha il corpo del santo omonimo, protettore dei pescatori e di tutti coloro che lavorano con e sul fiume; e ancora la chiesa di Santa Maria del Carmine, uno degli esempi più belli dell’architettura gotico-lombarda, e la romanica basilica di San Michele Maggiore, in pietra arenaria.

Tra gli edifici storici vanno ricordati il palazzo Malaspina in piazza Petrarca, i palazzi Bottigella in corso Cavour e in corso Mazzini, il palazzo Orlandi in piazza del Carmine e il palazzo Mezzabarba in piazza Municipio.

Oltre ai 15 collegi universitari, perlopiù di antica formazione (come il Borromeo, il Ghislieri e il collegio Santa Caterina da Siena), tra i siti da scoprire sono il teatro Fraschini del Settecento, l’Orto Botanico con le sue bellissime serre

il Broletto, sede delle antiche riunioni comunali, che si affaccia su piazza della Vittoria, cinta da portici del Trecento.

pavia_broletto

il Castello Visconteo, di architettura rinascimentale: fu concepito come dimora di caccia e di svago nel 1360, all’inizio della signoria di Galeazzo II Visconti, che pensò anche a un collegamento con la vicina città di Milano attraverso un canale navigabile, quello che sarà chiamato più tardi il Naviglio. All’interno si può trovare un grande cortile, con portico sostenuto da colonne in pietra. In questo spazio vengono svolti numerosi eventi e concerti in vari periodi dell’anno. Attualmente il Castello è sede dei Musei civici costituiti da diverse sale tematiche. All’interno delle sue Scuderie vengono svolte ogni anno diverse mostre dedicate a famosi artisti nazionali ed internazionali.

Il fiume Ticino, le cui azzurre acque sono solcate da imbarcazioni da diporto e sportive, offre scenari suggestivi e coinvolgenti.

Spostandosi un po’ si può raggiungere il comune di Certosa di Pavia per ammirare la magnifica e omonima chiesa.

 Buona visita!!

https://www.youtube.com/watch?v=09BW2_vz96I