Menaggio è un affascinante borgo sulla sponda occidentale del Lago di Como, inserito nel famoso “Triangolo d’oro”, Bellagio-Menaggio-Varena. Grazie alla sua posizione centrale è un ottimo punto di partenza per scoprire il lago e i suoi incantevoli paesini, ricchi di storia e di bellezza, di rinomate ville e splendidi giardini botanici.
Menaggio è caratterizzata da una piazza centrale e da uno splendido lungolago che offre un panorama unico sul lago e sulle montagne.
A testimonianza delle origini antiche non mancano, nel suo centro storico, eredità artistiche importanti quali la Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano e la Chiesa di S. Marta.
Nella parte alta del paese, si trova inoltre, la bella Chiesa di San Carlo (1614) con il suo caratteristico campanile “a vela”
In epoca medievale, venne costruito un castello a scopo difensivo del qual rimangono solo alcune parti, dato che nel 1523 fu fortemente danneggiato dai Grigionesi.
Menaggio vanta anche il secondo Golf Club più antico d’Italia, fondato nel 1907
e un bel lido ove praticare sport acquatici e noleggiare barche.
Potrete inoltre gustare i piatti tipici di questa zona, nei vari ristoranti in riva al lago. Vi consiglio la polenta uncia, i missoltini, gli agoni in carpione, il risotto al pesce persico e il delicato lavarello. Per finire potrete assaggiar la miascia e il paradel che sono dolci della tradizione povera.
Spero di avervi incuriositi! La visita a questo bel borgo del lago vi incanterà.
Quest’anno potremo svolgere i corsi di italiano anche a Menaggio. Come al solito, ci saranno le lezioni la mattina e le visite o le escursioni nel pomeriggio. Finiremo con un aperitivo e una cena in riva al lago. Vi aspetto !!
MAGARI: una parola che avrete sentito spesso e che avrete sicuramente incontrato studiando l’italiano, ma che non è sempre di facile comprensione. Vediamone assieme alcuni dei significati più frequenti.
La sua etimologia ci può aiutare a capire meglio uno degli utilizzi principali. Magari deriva, infatti, dal greco makarios che vuol dire beato, felice. Questa espressione era usata per dire “beato me” o “beati noi”, qualora accadesse un fatto o si verificasse una condizione. Ritroviamo anche nell’italiano moderno questa stessa espressione con funzione di desiderio, speranza, augurio.
“Paolo, ti piacerebbe fare una vacanza al mare? Magari!! (mi piacerebbe tanto, è un mio desiderio)
Passerai senz’altro l’esame di italiano, non avere timore! Magari!!! (lo spero proprio)
Oggi fa un gran caldo. Ti va una bibita fresca! Magari!!! (mi piacerebbe)
Magari potessi avere una villa con piscina (desiderio).
Magari fosse tutto più semplice! (sarebbe bello). In frasi come queste ultima, il verbo dopo la parola magari è sempre al congiuntivo imperfetto.
Un altro caso in cui la parola magari viene usata di frequente è quando vogliamo indicare un desiderio che purtroppo non si potrà realizzare:
Sei andato al cinema sabato?. Magari!! ho dovuto lavorare tutta la sera (mi sarebbe piaciuto, ma non ci sono potuto andare)
Sei mai stato a un concerto di Zucchero? Magari!! (mi sarebbe piaciuto andarci, ma non mi è mai stato possibile)
Usiamo magari anche con il significato di “ forse, probabilmente, eventualmente”.
Se vuoi, possiamo prendere una pizza e poi magari (forse), andare a ballare.
Magari domani passerò a casa tua per un saluto (forse, probabilmente).
Magari avvisatemi così rimango a casa. (eventualmente).
Sai perché Michele non è venuto in ufficio? Magari ha perso il treno (forse, probabilmente).
Maria non risponde al telefono. Magari si è rotto (forse, probabilmente)
La terza tappa del nostro “Viaggio Lento” lungo lo Stivale, ci conduce nella regione delle Marche, descritte in modo perfetto dal giornalista e scrittore Guido Piovene (1907-1074) nel suo “Viaggio in Italia”:
“… L’Italia, con i suoi paesaggi, è un distillato del mondo. Le Marche dell’Italia.”
Nelle Marche infatti possiamo ammirare bellissimi borghi e città d’arte, dolci colline, montagne, spiagge con una sabbia finissima ed un mare cristallino, grotte, parchi ed una natura incontaminata.
E proprio dalla Riserva Naturale della Gola del Furlo è iniziato il nostro “viaggio lento”. Scopriamo insieme l’etimologia della parola “Furlo” (la mia passione per la lingua italiana non mi abbandona mai…) e conosciamo la storia di questa zona che ci porta molto indietro nei secoli, fino in epoca romana.
Abbiamo infatti deciso di abbandonare le comode e veloci autostrade per girovagare lentamente nell’interno di questa splendida regione. Come meglio farlo dunque se non percorrendo la Via Flaminia, la prima e a lungo l’unica via di comunicazione fra Roma e il Nord Italia?
Via Flaminia
La Via Flaminia, una delle più grandi vie consolari dell’Impero Romano, fu fatta costruire dal Console Caio Flaminio nel 202 A.C. per collegare agevolmente Roma ad Ariminum (Rimini).
Giunti all’altezza della Gola del Furlo, il cui nome deriva da forulum ossia “piccolo foro”, abbiamo attraversato l’omonima galleria fatta ricostruire nel 76 D.C. da Vespasiano allargando quella preesistente, più piccola, scavata nel punto più stretto della gola.
E’ uno dei rari esempi di tunnel completamente scavati nella roccia dai romani e il taglio della montagna per allargare la sede stradale fu un’altra incredibile impresa che ne completò l’opera.
Abbiamo quindi lasciato l’auto e passeggiato lungo la strada, ammirando le ripide rocce che si gettano a strapiombo nelle acque verdi e cristalline del fiume Condigliano.
Da non perdere, poco distanti dalla Gola del Furlo, sono le Marmitte dei Giganti
Marmitte dei Giganti
Le marmitte dei Giganti sono delle formazioni nate dall’erosione fluviale in zone che in passato erano ricoperte da ghiacci.
Estremamente soddisfatti di questo primo giorno, non vediamo l’ora di proseguire alla scoperta della nostra prossima meta che sarà…? Lo scoprirete presto. 🙂
Come già anticipato nel precedente post su Venezia, quest’anno ho dedicato del tempo al “Viaggio Lento” attraverso il nostro Bel Paese. Oggi vi racconterò la mia seconda tappa:
Le Cinque Terre
Volendo festeggiare in modo insolito il 18° compleanno di mio figlio Giorgio, abbiamo optato per un paio di giorni dedicati ad escursioni, visite e soprattutto alla fotografia che è una sua grande passione. Arrivati in auto alla Stazione di La Spezia (volendo ci si può comodamente arrivare anche in treno) abbiamo acquistato la Cinque Terre Card che dà accesso a tutti i treni e ai sentieri del Parco. Infatti, il modo migliore per raggiungere i 5 borghi è, come ai vecchi tempi, percorrendo a piedi i sentieri a picco sul mare, seminascosti dalla flora mediterranea, composta da lecci e da vari arbusti, tra cui cisti, eriche, euforbie e corbezzoli. Sentieri percorsi da secoli dai contadini per raggiungere i loro piccoli appezzamenti di terreno resi coltivabili, grazia alla tecnica del terrazzamento a vigneti, uliveti ed orti.
Stazione di Riomaggiore
In soli 7 minuti siamo arrivati a Riomaggioredove avevamo prenotato un appartamento molto carino, spazioso e con una splendida vista.
E’ il primo dei 5 borghi costieri, dichiarati nel ’97 Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco, che visiteremo ed è davvero suggestivo, con la sua bella Chiesa di S. Giovanni Battista
Chiesa di S. Giovanni Battista
e le sue coloratissime case-torri la cui peculiarità è quella di essere state costruite con 2 ingressi, uno sul vicolo e l’altro sul retro così da poter fuggire in caso di incursioni dal mare.
Dopo uno spuntino con una superlativa focaccia, eravamo pronti per iniziare la nostra escursione.
Abbiamo preso il treno per Manarola (solo 2 minuti) e ci siamo trovati difronte a un susseguirsi di vigneti e uliveti. Ci siamo inerpicati per la strada principale che porta in alto al paese dove abbiamo visitato la bella chiesa gotica di San Lorenzo, il campanile bianco che era una torre di avvistamento e l’antico mulino.
Abbiamo poi ripreso il treno verso Corniglia, il “balcone naturale” delle Cinque Terre. E’ infatti l’unico borgo non a contatto con il mare e si trova su un promontorio roccioso alto circa 100 metri. Dalla stazione si può arrivare in centro percorrendo una lunga scalinata (370 gradini) oppure con un comodo bus che passa ogni 10 minuti. Dopo un buon gelato e un caffè, abbiamo quindi iniziato la nostra passeggiata di circa 2 ore verso Vernazza.
Questo antico borgo romano ha una lunga e ricca tradizione agricola e il panorama è davvero mozzafiato.
La discesa verso Vernazza, incredibile!!
Fondato intorno all’anno 1000, il borgo medievale di Vernazza con i suoi vicoli racchiusi tra le case multicolori rosse, gialle, rosa, verdi, vanta un’antica e lunga tradizione marinara. Qui ci siamo riposati sulla spiaggetta, ammirando il sole che spariva tra le ripide rocce.
Ripreso il treno, in 2 minuti siamo arrivati all’ultimo dei 5 borghi: Monterosso “roccioso e austero, asilo di pescatori e contadini”, come lo definiva il grande scrittore e Premio Nobel per la Letteratura, Eugenio Montale, che vi soggiornò durante le vacanze estive e a cui è dedicato l’omonimo Parco Letterario.
Dopo aver ammirato le belle ville di questa celebre località balneare, la Chiesa di S. Francesco e il Convento dei Cappuccini, ci siamo riposati davanti al mare aspettando il tramonto.
Abbiamo terminato in bellezza la nostra giornata con un’ottima cena con le specialità locali per poi riprendere il treno per tornare al nostro appartamento a Riomaggiore. Una giornata davvero speciale.
L’indomani abbiamo passato la mattinata in spiaggia a Riomaggiore, in totale relax, affinché ogni panorama o scorcio o immagine, ogni sciabordio dell’acqua, frusciar delle foglie, canto degli uccelli, ogni sapore ed ogni riflessione si potessero sedimentare in noi come ricordi di questa magnifica terra.
Al prossimo “viaggio lento”…
Un ringraziamento a Giorgio @tisembrounfotografo per i suoi scatti.
Quest’anno di particolare “calma”, ho dedicato del tempo per visitare, in modalità lenta, il nostro splendido paese. Oggi vi racconterò e mostrerò la mia prima tappa: Venezia
Sono stata a Venezia svariate volte per visitare musei, ascoltare concerti, vedere mostre e ammirare le splendide architetture della città, nonché deliziare il palato…, ma quest’anno anche il già noto è differente.
Girovagando per la città, senza particolari mete, ho avuto l’opportunità di scovare posticini nascosti o semplicemente particolari: un canale appartato, un lampioncino, uno scorcio insolito, un terrazzo fiorito.
Insomma, tutto ciò che si perde quando la fretta “la fa da padrona”…
Ho camminato e camminato fra le calli deserte ed ho conosciuto la città nel suo significato “a tutto tondo”, ovvero un luogo di vita quotidiana e non solo una bella vetrina con con splendidi musei e magnifici edifici storici.
All’estremità orientale di Venezia, ho scoperto la Chiesa di S. Elena nel sestriere Castello: un bell’esempio di architettura gotica con uno splendido portone rinascimentale.
Al mercato del pesce, ci siete mai stati?
Persino il giro in gondola è stato diverso: quiete e pace nei canali ed una bella chiacchierata con il simpatico gondoliere che ci ha mostrato particolari nascosti lungo il nostro tragitto e raccontato storie interessanti sui palazzi e le famiglie che vi abitavano. Poi il tramonto in laguna è sempre un’esperienza unica.
Che dite, vi è piaciuta questa “Venezia insolita”?
Sapete, mi ritengo molto fortunata perché, oltre ad abitare in questo “Bel Paese”, il mio lavoro di insegnate di Italiano per stranieri mi permette di incontrare proprio delle belle persone e dal cuore grande. I messaggi che ho ricevuto durante la pandemia sono stati di grande conforto. Inoltre questa mia esperienza veneziana è stata resa possibile grazie alla generosità di una mia studentessa, ormai amica, che mi ha messo a disposizione il suo appartamento.
bty
Grazie Linda
La prossima settimana, la seconda tappa del mio viaggio “lento”. Non mancate!!