Villa Carlotta a Tremezzo

 “Villa Carlotta” è un incomparabile tesoro dove architettura, arte e natura convivono in perfetta armonia.

La sua bellezza, la posizione ed ovviamente il panorama sul lago ne fanno una tappa obbligata durante la visita del lago di Como. E’ la facoltosa famiglia Clerici a costruirla intorno al 1690 in località Tremezzo. Un edificio importante, tre piani a pochi passi dalle acque del lago e di fronte alla penisola di Bellagio, dove aprire la finestra al mattino doveva certamente fare un certo effetto. La villa passa ai Sommariva e diventa lo scrigno della collezione d’arte di famiglia. Tutto il piano terra era infatti dedicato all’esposizione di capolavori d’ogni genere. In queste sale, tra le altre, avevano trovato posto “L’ultimo bacio di Romeo e Giulietta” di Hayez e “Amore e Psiche” di Canova.

 Siamo nel 1850 quando Marianna d’Orange regala la villa alla figlia Carlotta, andata in sposa a Giorgio II di Sassonia. Appassionato di botanica, è a lui che si deve l’altra metà del capolavoro, ovvero il giardino botanico: fu in tale periodo che il giardino conobbe il più grande ampliamento.
I tre passaggi di proprietà influenzano fortemente anche la morfologia del parco, un angolo di paradiso che occupa ben otto ettari di terreno: con la famiglia Clerici si costituì il Giardino all’Italiana, consistente in terrazze, scalinate e alte siepi geometriche di camelie, con piante di papiro, rose e i rinomati tunnel di agrumi. Le affascinanti balaustre, che accolgono all’ingresso principale, si affacciano su incredibili scorci del lago, punteggiati da ricchi esempi di statuaria, per culminare nella centrale fontana settecentesca, un ensemble apprezzato persino da Gustave Flaubert.

Il secondo momento vede lo sviluppo del Giardino all’Inglese, la zona sicuramente più ricca di suggestioni romantiche, con il bosco di platani e di felci esotiche descritte da Stendhal, per non parlare dello stupendo scenario offerto dalla selva dei rododendri.

Il culmine di queste bellezze botaniche si tocca con i paesaggisti della famiglia Sassonia-Meiningen, che hanno trasformato la coltura delle azalee in un oceano multicolore in cui è possibile dimenticare ogni affanno.

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